
Data la complessità della manifestazione religiosa e la numerosa bibliografia in merito, si rimanda ad essa per ogni approfondimento. Le poche annotazioni riportate sono in funzione essenzialmente della scheda di presentazione che accompagna il video, le cui riprese sono state eseguite il 23 e 24 agosto 2003.
Ogni sette anni Guardia Sanframondi (BN) celebra i riti penitenziali in onore dell' Assunta, che impegnano per lungo tempo e in vario modo l'intera popolazione, che in essi trova motivi di coesione sociale e fonda importanti radici culturali fortemente identitarie, che meritano rispetto e aperta attenzione, senza aprioristiche prese di posizione, specie se guidate da strumentali interessi di parte. Diceva quella canzone della metà anni Sessanta “ Ognuno ha il diritto di vivere come può (e come democraticamente vuole), la verità ti fa male lo so “, un semplice messaggio, sempre valido, spesso avversato. Può bastare come principio di massima, senza dover scomodare concezioni etnocentriche di vecchia data e via discorrendo. Certamente ben vengano ulteriori approfondimenti storici e motivi di riflessione, anche onestamente critici, per comprendere ancor più aspetti del fenomeno e contribuire ad illuminare futuri percorsi e scelte, che dovessero scaturire dall'animo della società guardiese. Verso la metà del Novecento la tradizione religiosa ha avuto regolare cadenza settennale, mentre prima “si usciva la Madonna anche in penitenza “, cioè in occasione di rovinosi eventi naturali per impetrare la protezione divina e scongiurare tremendi flagelli. Ricorrenti in proposito erano le processioni per implorare la pioggia durante i periodi siccitosi, che compromettevano duramente i già magri raccolti e facevano balenare lo spettro della fame. Con fiducia ci si affidava al potente intervento divino, invocato con processioni fino agli anni Cinquanta del secolo scorso. Forse non a caso nel basamento della statua della Vergine sono effigiate copiose fonti d'acqua. La statua lignea, di pregevole ed elegante fattura, presenta il Bambino nell'atto di esibire la rituale “spugna” e la Madonna di mostrare nella mano destra un grappolo d'uva e una spiga di grano, simboli del sacrificio eucaristico e un rametto di ulivo, certamente allusivo al suo titolo di Regina della pace, valore supremo dell'uomo. Già molto tempo prima delle processioni della settimana di penitenza si mette in moto la complessa organizzazione, per arrivare preparati al grande appuntamento, che si concentra nell'ultima decade di agosto. I quattro rioni storici: Croce, Portella, Fontanella e Piazza danno vita a cortei in cui si svolgono rappresentazioni fisse, dette misteri, riguardanti, in sintesi, episodi dei Vangeli, della Bibbia e della storia della Chiesa, antica e recente. Tutti, dai bambini agli anziani, sono chiamati alla partecipazione per comporre i quadri religiosi, molto elaborati nei costumi e nelle coreografie a volte di gusto un po' barocco. Il gruppo scenico così composto percorre le strade del paese, mantenendo inalterate posizioni e gestualità, che sono stabilite una volta per tutte. In fondo si tratta di rappresentazioni teatrali a metà strada tra la fotografia con il suo fermo immagine e il cinema con la serie dei fotogrammi che scorrono, dando l'illusione del movimento. Se vogliamo una idea a suo modo geniale, dalla grande forza pedagogica, storicamente moderna nell'uso del linguaggio iconico. Dopo le processioni di penitenza e di comunione, dal lunedì al venerdì della settimana di “ festa “, volte alla riconciliazione con Dio e con gli uomini, il sabato, a conclusione della processione del clero e delle associazioni cattoliche, c'è l'apertura della lastra, uno sportello di vetro che chiude la nicchia ove è riposta la statua della Madonna. Il momento è vissuto dai guardiesi con molto trasporto e si sente una autentica partecipazione emotiva, amplificata dal canto corale “s'è sposta Maria”, con cui si chiedono grazie materiali e spirituali. La commozione è così elevata che specie nei visi femminili giunge un pianto liberatorio. La statua ora può essere vestita con i doni preziosi offerti dai fedeli negli anni e così è lasciata all'affetto e alla venerazione della gente. La domenica parte dal santuario la lunga processione generale con tutti i misteri, il simulacro della Madonna, i disciplinanti e battenti, le autorità e il popolo tutto. I disciplinanti o flagellanti hanno già preso parte alle processioni rionali, sempre vestiti con saio bianco e cappuccio e muniti di una impugnatura che tiene corte sferze metalliche , con cui si percuotono spalle e schiena. I battenti invece escono solo nel corteo domenicale e si battono il petto con una “spugna”, un pezzo di sughero con piccolissimi spilli per la fuoriuscita di sangue, come nelle ritualità medioevali di penitenza. Una sola volta durante la processione i battenti incrociano vicino la chiesa di San Sebastiano la statua della Madonna, che esce intorno alle 14,00 salutata da un fragoroso colpo di mortaretto. E’ certamente un momento intenso per i battenti, che si lasciano andare a un trasporto emotivo vibrante. Dopo di ciò i penitenti lasciano la processione per tornare di lì a poco con altri abiti e accompagnare con corali canti l' Assunta nel santuario, cui seguirà una lunga veglia di preghiera.
Oltre al video è disponibile una galleria fotografica riguardante i riti dal 1982 al 2017