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Il rito magico per la cura dell’ernia, Noci 1993

A Noci, (Bari) ancora nel 1993 si praticava il rito della passata per la terapia magico-sacrale dell’ernia. Diffuso in Italia e in Europa fin dalla antichità, è giunto a noi quasi con le stesse modalità con cui già si praticava nel mondo greco-romano. Il rituale aveva lo scopo ultimo di prevenire o di curare l’impotenza maschile e di restituire la capacità della procreazione, messa a repentaglio dalla fuoriuscita del viscere. I bambini affetti da ernia infantile, identificata nel prolasso dello scroto o in alcune forme di ernia inguinale, connesse comunque con l’area genitale, venivano passati attraverso una fenditura arborea, ricavata con il taglio di un piccolo ramo o tronco. Una volta passato il bambino, in genere per tre volte, l’apertura veniva richiusa con una legatura. Se la parte vegetale tagliata tornava a germogliare avveniva “la grazia "della guarigione, se si seccava bisognava ripetere il rito per il risanamento l'anno successivo, in quanto il cerimoniale era strettamente collegato e spesso contestualizzato nel tempo festivo della ricorrenza religiosa locale.
Per un approfondimento si consulti su questo sito l'articolo presente nelle pubblicazioni con il titolo Rituali terapeutici nella Valle dell'Aniene, nel reatino e nel viterbese e il libro di A. Di Nola, L'arco di rovo, Boringhieri, 1983.
Le riprese sono in Hi8 e l'audio non in buone condizioni è stato lavorato secondo le possibilità. Inoltre non è stato fatto alcun montaggio durante la Passata del bambino nell'arco vegetale, per restituire in tempo reale la fase centrale del rito, dall'inizio alla fine.