Nel piccolo porto di Briatico c'è un crescente movimento di gente e paranze dai colori accesi ondeggiano in prossimità della riva, per accogliere quanti chiedono di salire. Gruppi di ragazzi si tuffano allegramente o si rincorrono. Tanto è il frastuono nell'aria che si pensa sia in corso una festa profana, balneare. Si è invece in attesa che arrivi dal paese il simulacro della Madonna del Carmelo, per dare inizio alla processione sul mare, antistante il nucleo abitativo del vibonese. Di lì a poco giunge la Madonna con al seguito uno stuolo di fedeli e banda musicale. Il corteo, bello che composto, comincia a prendere il largo, accompagnato da un ritmato motivo musicale. Sembra una scena appositamente dipinta, un quadretto a dir poco idilliaco in tempo di pandemia. Sembra e forse lo è. Ma come dimenticare che se non c'è il virus pandemico in Calabria vi è quello della 'Ndrangheta che attanaglia la regione? Calabresi che usano violenza su altri calabresi e non solo. Scrive coraggiosamente R.Galullo nel 2016 "Le famiglie che fanno parte del circuito della criminalità organizzata cercano molto spesso di accaparrarsi l'organizzazione e la gestione di cerimonie religiose, anche con lo scopo di ostentare il proprio potere mafioso sulla comunità di riferimento. A tale regola non ha fatto eccezione la processione a mare della Madonna del Monte Carmelo, che si svolge ogni anno a Briatico il 15 luglio e rende omaggio alla statua della Madonna del Monte Carmelo. La statua della Vergine, dopo una breve processione a terra, viene collocata a bordo di una imbarcazione nei pressi del porto del piccolo centro tirrenico e successivamente trasportata lungo la costa in segno di profonda devozione. Ebbene, negli ultimi anni, investigatori e inquirenti hanno avuto modo di constatare che la gestione dell'intero evento, compreso l'approntamento della nave utilizzata per il trasporto del fercolo, risulti essere appannaggio esclusivo, scrivono i pm nel decreto di fermo, della ‘ndrina Accorinti. In particolare, dall'ascolto delle conversazioni captate si comprendono i dettagli di una vera e propria forma di imposizione, operata su Don Salvatore Lavorato, parroco pro tempore. Dall'attività captativa, infatti, emerge che quest'ultimo, in ossequio a specifiche direttive avute dalla Diocesi di Mileto-Tropea-Nicotera, si sarebbe inizialmente opposto allo svolgimento delle celebrazioni pagane conseguenti alla festa della “Madonna a mare”. La volontà degli Accorinti era quella di organizzare – in costanza con le celebrazioni religiose e con la tradizionale “processione a mare” – una festa con la partecipazione di un gruppo musicale e con l'esplosione di alcuni giochi pirotecnici. Don Luigino Fuschi, precedente parroco del comune tirrenico, ascoltato dagli investigatori, addirittura affermerà la totale predominanza nelle manifestazioni religiose da parte degli Accorinti – dallo stesso non condivisa – aggiungendo testualmente: «La popolazione non mi ha mai coadiuvato nell'organizzazione della ricorrenza fatta eccezione per poche persone le quali, purtroppo, secondo me non erano serene. Facevo fatica a trovare qualche volontario che si occupasse del trasporto delle statue». A quando una società senza più letali virus?