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Il patrimonio fotografico

 L'attività fotografica è stata ed è importantissima nella mia crescita personale e culturale. Essa ha  orientato moltissima parte del mio impegno intellettuale, teso ad analizzare aspetti e strutture di determinate fasce sociali e modi di vivere di singole comunità ed individui.
Il Patrimonio fotografico ammonta a quasi centocinquantamila scatti, comprendenti sia le immagini su pellicola che quelle digitali, eseguiti ininterrottamente dal 1976 ad oggi. I negativi, tranne un esiguo numero in formato 6x6, sono in 35 mm, divisi tra quelli in bianco nero, la maggioranza, e quelli a colori. Per il periodo 1980-1984 è stata utilizzata la diapositiva e dal 2007 solo la fotocamera digitale. I soggetti della documentazione sono quasi del tutto quelli delle riprese video, a cui si fa riferimento, dal momento che ho sempre usato contemporaneamente i due strumenti per l’indagine antropologica, con il fine di fissare e interpretare attraverso i due linguaggi visuali testimonianze, manifestazioni, comportamenti, usanze del mondo popolare. Rendermi partecipe della conservazione dei beni culturali, soprattutto  immateriali, è per me motivo di soddisfazione e di arricchimento anche umano, visto che ho avuto modo di conoscere da vicino un'ampia cerchia di persone con cui ho condiviso importanti esperienze di vita . In questo computo rientrano anche diverse migliaia di fotografie a colori riguardanti luoghi d'arte, centri storici, monumenti, zone archeologiche e alcuni musei della capitale, ma di esse al momento non si intende fornire altra informazione. Ho inteso la fotografia come uno strumento formidabile per rappresentare la realtà, così come mi veniva incontro, senza aggiustamenti o ricerche formali tendenti all’ effetto o all’ amplificazione della verità. Lungi da me ogni accenno a richieste accomodanti più o meno velate per pilotare la cattura dell’immagine, attento sempre ad avvicinarmi in punta di piedi in casa altrui e ad operare con riservatezza, rispettando la sensibilità delle persone che mi affidano il loro modo di essere e di vivere, da custodire  con cura. Il fotografo e il video operatore di eventi umani ritengo che  dovrebbero avere in determinati casi più senso morale della discrezione ed essere in particolari contesti operativi più riguardosi del luogo e delle persone. Non so se sono riuscito sempre a mantenermi in questo ordine etico, so però di cercarlo quando mi rapporto fotograficamente con gli altri. Dal punto di vista formale non ho preclusioni o regole da seguire, per me conta solo il prodotto finale, non come è stato realizzato, sempre nel rispetto della verità storica. Si può usare anche photoshop, oculatamente, per intervenire sullo scatto originale in modo pertinente, senza alterare "l’oggettivo" valore documentale. Non credo alla presunta "verità oggettuale" colta propriamente nella fase di  cattura dell'immagine, come se questa fosse definita una volta per tutte e non modificabile nel processo creativo, perché anche per la fotografia vale quanto detto da G. Braque “Amo la regola che corregge l’emozione “ e di contro Juan Grìs “Amo l’emozione che corregge la regola“.
Nel corso della mia attività, oltre ad aver partecipato a varie iniziative culturali e concorsi a premio, con risultati lusinghieri, ho allestito diverse mostre personali nel mio paese e in alcuni centri limitrofi, come Cervara di Roma, Ciciliano, Rocca Canterano e da tre anni presento i miei lavori nella hall del Centro medico e fisioterapico di Subiaco. Nella edizione del 2013, dal titolo “ Emozioni invernali “, ho mostrato foto di Subiaco sotto la neve, mentre nel 2014 l’esposizione, avente per titolo “Il legno, il fuoco, il carbone“, ha riguardato i lavori, i riti, le feste che si incentrano sul loro uso e l’importanza che rivestono nella realtà rituale ed economica del territorio della valle dell’Aniene.  Nei mesi di febbraio e marzo di quest’ anno è stata esposta la mostra “Mastri e Mastre“ sui temi artigianali. Queste realizzazioni hanno avuto il sostegno e la collaborazione dell’Associazione Culturale “Simbruina Stagna“, di cui faccio parte da qualche anno, con riscontri altamente positivi.

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